Solofra -- Ci sono proprio tutti gli ingredienti per il sexy scandalo in salsa italica che sta investendo in questi giorni il comune di Solofra, circa 12mila abitanti in provincia di Avellino e uno - con Arzignano (VI) e Santa Croce sull'Arno (PI) - dei tre poli conciari del Bel Paese.
A far scalpore sono le 33 foto a colori che ritrarrebbero il sindaco della cittadina irpina, Antonio Guarino, già DC, poi Forza Italia, PdL, Pd e ora indipendente (ma vicino al ritorno all'UdC), in atteggiamenti a dir poco licenziosi con alcune donne - forse del suo staff personale - all'interno del suo ufficio, a Palazzo Orsini, sede dell'amministrazione comunale solofrana.
A diffondere alla stampa le immagini è stato il consigliere comunale del Pd, Enzo Clemente, che ha raccontato di averle ricevute in forma anonima nella cassetta delle lettere. E mentre Clemente giura sulla veridicità degli scatti, il sindaco Guarino (alias o'professore) rivendica la sua innocenza al grido: "Sono vittima di un killeraggio mediatico". Risultato? Guarino non si dimette ma si autosospende dalla carica di primo cittadino e alle telecamere Rai de L'Arena di RaiUno dichiara: "Colpite ma ma non la mia famiglia".
Nel 2012 i solofrani saranno chiamati di nuovo alle urne per il rinnovo del Consiglio. Guarino, che fu già sindaco all'epoca del disastroso terremoto dell'Irpinia del novembre del 1980, ha retto l'amministrazione comunale negli ultimi due quinquenni (è succeduto all'ex sindaco socialista e già presidente del Consiglio regionale della Campania Lello De Chiara, deceduto tragicamente dieci anni fa). Mai però le schermaglie preelettorali a Solofra erano sfociate in scandali - se di scandalo si può parlare - di tali dimensioni.
Eppure, la città della concia irpina negli ultimi mesi era finita alla ribalta delle cronache - almeno quelle locali - per alcuni blitz e sequestri effettuati dai militari dell'Arma dei Carabinieri presso la municipalizzata del Comune e presso il comando di polizia municipale. C'è chi giura, forse con un eccesso di malizia, che quelle foto siano state montate 'ad hoc' o il frutto di una trappola ben predisposta per screditare l'amministrazione.
Le foto, si diceva, ritrarrebbero Guarino e due donne (presumibilmente del suo staff comunale dicono) in pratiche poco 'amministrative'. Non si tratterebbe di un unicum ma di atteggiamenti portati avanti negli ultimi quattro anni.
Clemente ha lanciato un appello rivolto in particolare “... alle donne di Solofra che non sono ritratte in quelle foto” affinché trovino il coraggio di reagire, imponendo all'attuale maggioranza ormai travolta dallo scandalo di uscire allo scoperto. “Ho fatto il mio dovere da cittadino e consigliere comunale – spiega Clemente – denunciando i gravi e imbarazzanti comportamenti del sindaco che, in anonimato, sono pervenute presso la mia abitazione. La cosa più semplice in questi casi è colpevolizzare l’autore della denuncia dandogli del matto annunciando querele, ma i fatti rappresentati in quelle foto sono inequivocabili, i fatti scabrosi avvengono tutti nel suo ufficio sotto i simboli sacri dell’istituzione comunale. Avevo il dovere di difendere l’istituzione violata ed offesa”.
Nell'ultima settimana per due volte la seduta di Consiglio comunale è andata deserta per mancanza del numeor legale. Luigi De Stefano, consigliere di opposizione, attacca: "La maggioranza diserta l’aula perché non è in grado di affrontare la situazione, il primo cittadino è delegittimato, nelle sue funzioni, a prescindere dalle reali responsabilità, che non spetta a me giudicare".
Pio Gagliardi, consigliere comunale a Solofra e anche in Provincia di Avellino per l'AdC di Pionati chiede persino l’intervento del prefetto: "L’amministrazione è allo sbando. Serve una guida salda per affrontare problematiche urgenti come la gestione del servizio idrico integrato e il salvataggio del distretto industriale".
A smorazare i toni ci pensa Antonio de Vita, vicesindaco: "È opportuno abbassare i toni, sono troppo accesi, esasperati. Con senso di responsabilità, dobbiamo tutti, insieme, tornare a lavorare per la città. Il mio è un appello accorato rivolto alle forze di maggioranza, ma anche di opposizione. Non le ho viste e non so dire se siano autentiche o false. Spetta agli inquirenti fare chiarezza ma, nell’attesa che questo avvenga, è mio compito riportare l’attenzione sui temi veri dello sviluppo che interessano i cittadini Solofra".
I documenti all’esame dei magistrati di Avellino, però, aumentano di giorno in giorno. L’ultimo atto è a firma della famiglia Guarino. "Ho segnalato alla procura della Repubblica che una delle tre figlie ha ricevuto copia di una delle foto incriminate. L’ha trovata nella sua casella di posta", dice l’avvocato Raffaele Tecce e sottolinea: "Questo è un altro fatto gravissimo che conferma la nostra ipotesi di disegno criminoso ben pensato e organizzato".
Sono due, al momento, i fascicoli aperti sulla vicenda delle foto a luci rosse. Uno è stato trasmesso dai carabinieri che hanno ricevuto da Clemente i trentatré scatti proibiti, corredati da minuziose didascalie. L’altro è stato sollecitato dal sindaco Guarino che ha presentato denuncia contro l’esponente di opposizione e contro ignoti, segnalando diverse ipotesi di reato: diffamazione e calunnia, per danneggiare l’immagine del sindaco, e soprattutto fraudolenta acquisizione di immagini che lo ritraggono, mediante l’uso di sofisticate apparecchiature installate, di notte e forse per anni, in Comune.