Istanbul -- Ieri la visita del Ministro degli esteri della Turchia in Siria, oggi l'offensiva dei tank dell'esercito del presidente Bashar Al-Assad a Taftanaz (governatorato di Idlib), cittadina di 14mila anime che dista appena 30 chilometri dal confine con la Turchia.
Il Governo turco ha così deciso di estendere le attività dei propri militari nell'area di Iskenderun, a confine con la Siria. Intanto tre morti si registrano in un'altra città di confine, Sermin.
Nonostante il Governo siriano abbia annunciato il ritiro dei tank e dei soldati da Hama (la città sunnita maggiormente colpita dalle offensive dell'esercito), fonti degli attivisti denunciano ancora la presenza (e uccisioni) dei militari nella città.
A Damasco oggi hanno fatto tappa i diplomatici di India, Brazil e Sud Africa (paesi vicini ad Assad). Ad attenderli Walid al-Muallem, Ministro degli Esteri siriano, che ha riferito ai tre: "La Siria si impegnerà a dialogare con i manifestanti pro democrazia e attuare così le riforme che il presidente Assad ha preannunziato in giugno".
Infine, l'ambasciatore Usa presso l'Onu Susan Rice ha spiegato che "... gli Stati Uniti hanno prove certe dei massacri in Siria e sono pronti a usarli contro il regime siriano e contro Assad che è ormai delegittimato dal suo ruolo al governo".
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