martedì 29 maggio 2012

Emilia - Nuovo sisma nel modenese e nel ferrarese: almeno 6 vittime

Bologna -- Una forte scossa di terremoto, di magnitudo 5.8 della scala Richter, con epicentro nel modenese, è stata avvertita alle 9.03 in tutto il Nord Italia. La scossa è stata abbastanza superficiale, avvenuta ad una profondità compresa fra 5 e 10 chilometri, con epicentro nel modenese, tra i comuni di Medolla, Mirandola e Cavezzo. Nuovi crolli nei comuni già colpiti, almeno tre le vittime. 

Secondo l'AGI i morti sarebbero almeno 6. Ci sarebbero delle vittime sotto le macerie dei capannoni di San Felice sul Panaro, provincia di Modena. Un capannone industriale è crollato a Medolla a seguito del terremoto e ci sarebbero delle persone coinvolte.Il Sindaco di S. Felice: "Ci sono vittime" - Si teme che la nuova scossa di terremoto abbia provocato vittime a San Felice sul Panaro, come riferito dal sindaco del paese Alberto Silvestri, che a SkyTG24 ha parlato di "persone sotto le macerie" e di "vittime". Per accertamenti in seguito alla scossa è stata sospesa la circolazione dei treni tra Padova-Bologna, Verona-Bologna e Milano-Bologna.

La forte scossa di terremoto è stata percepita in Emilia Romagna, Veneto, Lombardia, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Liguria, fino in Toscana.

lunedì 21 maggio 2012

Sisma in Emilia Romagna, oltre 4mila sfollati e 7 vittime / AGGIORNAMENTI-FOTO-VIDEO



Bologna -- E' salito a 4.500 il conto degli sfollati per il terremoto che all'alba di ieri ha colpito l'Emilia. I dati sono stati aggiornati dalla Protezione civile dell'Emilia-Romagna che entro oggi conta di allestire altri 1.500 moduli assistenziali nel Modenese, una delle province piu' colpite insieme a quella di Ferrara.A Crevalcore, nel Bolognese, e' stato allestito un centro di accoglienza occupato in gran parte da extracomunitari. (Ansa)

>> La diretta di Repubblica.it


MULTIMEDIA


>> I video e le foto raccolte da Corriere.it

sabato 19 maggio 2012

Brindisi, il racconto choc di Giulia: "Viva per miracolo, sono sconvolta"

Da La Stampa 

Brindisi -- "Sono viva per miracolo, sarei dovuta essere lì, come ogni giorno a quell’ora, invece ho capito male il luogo dell'appuntamento e in quel momento mi trovavo in un altro posto. Sono sconvolta". Giulia, studentessa del quarto anno dell’istituto professionale "Morvillo Falcone", racconta così la mattinata di terrore a Brindisi. "Avevo capito che l’appuntamento era in albergo e quindi mi sono avviata verso l’hotel, invece le mie amiche erano lì ad aspettarmi. Erano tutte lì davanti alla scuola dove è avvenuta la tragedia. Dopo aver sentito l’esplosione mi hanno telefonato tutti, allarmati, e mi hanno avvisato di quello che era accaduto. Ora lasciatemi stare, non sto bene".

Insieme ad altre ragazze dell’istituto Giulia doveva partecipare a una sfilata, in un hotel cittadino, dove avrebbe dovuto indossare i vestiti confezionati e realizzati dalle studentesse della scuola. Ora invece è in ospedale, sconvolta. E' venuta a cercare le amiche. Un abbraccio, un conforto. "La studentessa morta - racconta ancora- era di Mesagne, loro sono le prime ad arrivare, in pullman da Mesagne la mattina, perchè nel nostro istituto tante studentesse arrivano dalla provincia. Si alzano presto, intorno alle 6, per prendere il pullman e raggiungere la scuola. Le ragazze di Mesagne sono le prime ad arrivare".

A parlare anche uno dei collaboratori dell’Istituto che, alle otto meno un quarto, al momento della deflagrazione, si trovava nella scuola per sistemare le aule. "In trent'anni non si era mai verificato nulla di tanto terribile", spiega ai giornalisti. "Ho sentito un potente scoppio ma c'erano pochi ragazzi perchè non era ancora orario di lezione. La nostra è una scuola nella periferia della città, un istituto professionale molto tranquillo. Non credo ci possano essere collegamenti con la Carovana della legalità organizzata oggi in città: noi stiamo nell’estrema periferia. Un fatto davvero inspiegabile». D'altronde, anche il ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri ha invitato alla "prudenza" sull'individuazione della matrice dell'attentato e, riguardo alla possibile matrice mafiosa, ha spiegato: "Non abbiamo elementi per poterlo dire con certezza, ma la tipologia non è tipica della mafia. Stiamo cercando di capire, dobbiamo essere molto attenti ed equilibrati». Dall'obitorio dell'ospedale «Perrino», intanto, si alza il grido di dolore della zia di Melissa Bassi, l'unica vittima, per ora, dell'orribile attentato: "Solo quella avevano, hanno perso tutto. Sono delle bestie".

venerdì 18 maggio 2012

Usa, è morta Donna Summer regina della disco music

Roma -- E' morta all'età di 63 anni Donna Summer, la regina della disco music degli anni 70 e 80. La cantante americana, vincitrice di 5 Grammy e famosa per successi come "Hot Stuff" e "Bad Girls" realizzati con il suo produttore Giorgio Moroder, era malata di tumore ma nelle ultime settimane stava ancora lavorando a un album. La conferma del decesso è arrivata dalla famiglia della star in una nota: "Questa mattina abbiamo perso Donna Summer Sudano, una donna di grande talento". Alcune persone che hanno avuto contatti con la star nelle ultime settimane avrebbero riferito che non sembrava stesse molto male. Tanto che la cantante contava di concretizzare un progetto discografico, di cui aveva iniziato la lavorazione. Il successo di Donna Summer è scoppiato negli anni 70 e proseguito negli anni 80 con "She Works Hard for the Money" e "This Time I Know It's for Real". La cantante e il suo produttore Giorgio Moroder hanno segnato un'epoca e un genere, quello della dance appunto, influenzando anche artisti del calibro dei Duran Duran e di David Bowie. La cantante aveva sposato nel 1980 il cantante dei Brooklyn Dreams, Bruce Sudano, da cui ha avuto due figlie. 

Gli Obama piangono Donna Summer. Barack e Michelle Obama si sono detti "rattristati" per la scomparsa di Donna Summer. "E' stata la vera regina della Disco music", hanno scritto il presidente americano e la First Lady in un comunicato, "la sua voce era indimenticabile e la musica ha perso una sua leggenda decisamente troppo presto". La coppia presidenziale ha rivolto i suoi pensieri e le sue preghiere "alla famiglia di Donna e ai suoi affezionatissimi fan".

lunedì 2 aprile 2012

Nord Corea, fervono le attività per il lancio del razzo. LE IMMAGINI DAL SATELLITE

Roma -- La finestra di lancio del missile-satellite a lungo raggio nordcoreano è prevista dal 12 al 16 aprile, in occasione del centenario della nascita di Kim Il Sung, fondatore della Corea del Nord comunista e nonno dell'attuale leader, Kim Jong Un. Il regime di Pyongyang avrebbe già informato dell'operazione l'Organizzazione marittima internazionale.

Fervono le attività nella stazione di lancio. Le immagini satellitari (da DigitalGlobe, Inc.) della Stazione di lancio spaziale Tongchang-dong rivelano che il Nord Corea avrebbe accelerato le preparazioni di lancio del missile previste per metà aprile.

Sarebbe stato individuato anche un radar mobile, precedentemente non presente nella stazione ed essenziale per il lancio. Immagini del 28 marzo scorso mostrano anche delle aree recintate - prima vuote - colme di file di barili e cisterne di cherosene, presumibilmente vuote. (fonte 38north.org)

Nessuna traccia di alcuna parte di missile sinora nella stazione di lancio ma è bene ricordare che anche in occasione del lancio dell'aprile 2009 (al quale partecipò anche Kim Jong Un con il defunto padre Kim Il Jong) erano state rilevate pochissime attività preparatorie a due settimane prima del lancio.

Sulla scorta di quanto accaduto il 5 aprile del 2009, il sito 38North.org ha anticipato le prossime mosse del regime di Kim Jong Un.

ESCLUSIVO / LE IMMAGINI DAL SATELLITE (fonte 38north.org)

> 29-30 marzo: trasporto e stoccaggio del primo stadio del missile Unha-3 nella stazione di lancio
> 21 marzo-1 aprile: Trasporto e montaggio del secondo stadio
> 2-3 aprile: montaggio terzo stadio
> 4-5 aprile: ispezione e controllo di Unha-3 e caricamento del satellite sul razzo
> 6-10 aprile: prove generali del lancio
> 11 aprile: riempimento carburante Unha-3 e ultimi test al razzo
> 12-16 aprile: finestra di lancio

lunedì 26 marzo 2012

La Corea del Nord prepara un nuovo test nucleare per metà aprile, Seul e gli Usa pronti al peggio


Roma -- Fonti del Ministero della Difesa Sudcoreana hanno riferito che carri con razzi a lunga gittata dell'esercito Nordcoreano sarebbero in movimento verso una struttura militare di lancio, nel nord ovest della Corea del Nord a confine con la Cina. Si tratterebbe di lanci-test previsti per metà aprile. L'episodio avviene proprio a ridosso del summit mondiale sul nucleare e sul terrorismo che si terrà a Seoul e che vedrà protagonisti gli Usa, Russia e Cina.

Il presidente americano Obama, già in Sud Corea per l'evento, ha così commentato: "Voglio parlare direttamente ai nord coreani: gli Usa non sono vostri nemici. Ma da oggi dovrà essere chiaro che le vostre provocazioni, le vostre minacce hanno solo indebolito il vostro paese".

Dal canto suo, il governo nordcoreano ritiene di avere tutto il diritto di pianificare una serie di lanci e test nucleari nell'ambito del suo programma spaziale di pace, precisando che ogni critica che verrà mossa sarà interpretata come una "...dichiarazione di guerra".

mercoledì 14 marzo 2012

Svizzera, tragedia alla gita scolastica: almeno 22 bimbi morti in un incidente stradale /AGGIORNAMENTI LIVE

Ginevra -- Almeno 28 persone sono morte nella notte tra martedì e mercoledì in un incidente stradale in un tunnel a Sierre, in Svizzera. Tra le vittime - tutte a bordo di un autobus di ritorno in Belgio dopo una vacanza sulla neve svizzera, 22 bambini di età compresa tra i 10 e i 12 anni. 24 altri bambini sono rimasti gravemente feriti.

L'incidente è uno dei più gravi mai avvenuti in Svizzera negli ultimi trenta anni. "L'azienda di trasporti belga con sede a Aarschot ha una reputazione eccellente, ha sempre rispettato le norme di sicurezza", ha detto Melchior Wathelet alla radio pubblica belga RTBF. "I piloti erano arrivati ​​il ​​giorno prima e trascorso la giornata a riposo prima di partire. Sembra quindi che la normativa in materia di guida sia stata rispettata". Secondo quanto si è appreso l'autobus aveva superato i controlli di sicurezza nell'ottobre scorso ed era in regola almeno fino a fine aprile 2012.

Il primo ministro belga Elio di Rupo e i familiari delle vittime hanno raggiunto la Svizzera intorno alle ore 13 odierne; attraverso l'aeroporto militare di Melsbroeck raggiungeranno Ginevra.

Intanto, le autorità del Belgio hanno inviato un team specializzato a Sierre con il compito di identificare le vittime.

venerdì 2 marzo 2012

Falklands/Malvinas, dopo Rogers Water anche Morrissey si schiera con l'Argentina


Londra -- Anche l'ex star dei The Smiths, Steven Morrissey (inglese di Manchester da sempre su posizioni avverse ai Reali di Gran Bretagna come alla politica della Thatcher) scende in campo nella questione Falkland/Malvinas a dar man forte alle ragioni argentine. Ai ragazzi dell'Orfeo Superdomo di Córdoba (Argentina) ha infatti gridato dal palco: "Sappiamo che le isole Malvinas appartengono a voi".

Le tensioni diplomatiche tra Gran Bretagna e Argentina stanno crescendo proprio in questi mesi, a 30 anni esatti dall'invasione delle Falklands da parte dei militari argentini (2 aprile 1982).

La presa di posizione di Morrissey segue quelle dell'attore Sean Penn e del bassista dei Pink Floyd Roger Waters (che girerà in Argentina nei prossimi mesi in 9 concerti già soldout) che recentemente ha spiegato come sia la Thatcher che David Cameron hanno usato la questione delle Falklands per "... altri fini politici".

giovedì 1 marzo 2012

I No-Tav 'giocano' a far la guerra in Val di Susa, minacciando di bloccare l'Italia e sbeffeggiando lo Stato


Torino -- La Polizia sgombera le barricate costruite lunedì mattina dai No Tav a Chianocco, sull'autostrada A32 Torino-Bardonecchia, che adesso è percorribile in entrambe le direzioni, ma nella notte tornano gli scontri e i feriti in Val di Susa. I manifestanti lanciano sassi e altri oggetti contro gli agenti, che rispondono con i lacrimogeni, getti di idranti e cariche di alleggerimento. I No Tav vengono respinti dall'autostrada e si disperdono, ma poi si ricompattano in piccoli gruppi, pronti a continuare la protesta. Le forze restano sull'autostrada a presidiarla per garantire le operazioni per la sua riapertura al traffico. Alla fine di una giornata ad alta tensione si contano ancora una volta i feriti: un carabiniere (portato in ospedale), un funzionario e un ispettore di Polizia; altri fra i dimostranti che affermano di essere stati caricati e manganellati.

Ma la battaglia vera è arrivata nella notte, quando i manifestanti hanno ripetutamente tentato di 'riprendersi' l'autostrada e le forze dell'ordine hanno lanciato lacrimogeni e fatto cariche. La preoccupazione era cominciata già 24 ore prima, ancora una volta nel cuore della notte tra martedì e mercoledì, quando qualcuno ha dato fuoco a tre automobili di manifestanti No Tav, parcheggiate a qualche centinaia di metri dalle barricate di Chionocco. Ed è proseguita nella mattinata quando una troupe dell'agenzia televisiva H24, che sta seguendo la vicenda per Corriete Tv, è stata aggredita da un gruppo di manifestanti e un operatore colpito con un pugno. La troupe è la stessa che ieri ha registrato il video del manifestante che provoca un carabiniere, il quale subisce senza reagire (e meritandosi perciò un encomio dal ministro dell'Interno e dal comandante dell'Arma). Anche una troupe del TgCom è stata aggredita e numerosi giornalisti e fotografi sono stati minacciati e invitati, anche molto bruscamente ad allontanarsi (come il leader NoTav Perino intervistato da Radio24 "... siete delle merde, sciacalli...").

"Blocchiamo tutto". "Domani (oggi, ndr) blocchiamo tutto, dappertutto, alle 18". E' il passaparola che i No Tav hanno cominciato a far girare, pubblicandolo tra l'altro sui siti del movimento, al termine dell'assemblea tenuta nella notte a Bussoleno. Centinaia di manifestanti, appena allontanati dalle forze dell'ordine dall'autostrada a Chianocco, si sono ritrovati nel salone del centro polivalente della cittadina della val Susa e hanno progettato le prossime inziative di protesta, annunciando una serie di blocchi a sorpresa per il pomeriggio. Il Movimento No Tav accusa la Questura di Torino "di cariche violentissime, caccia all'uomo, vetrate dei bar distrutti per un rastrellamento di antica memoria, macchine parcheggiate vandalizzate e altro". Ma non dice che cosa hanno combinato i mascalzoni che si sono intrufolati nel movimento facendolo degenerare.

La provocazione. E a proposito di mascalzoni, merita di essere segnalato quel provocatore che si è piazzato di fronte a un carabiniere apostrofandolo (come registrato dalla troupe del Corriere.it): "Ehi tu, che pecorella sei? Hai un numero, un nome, un cognome, sai che sei un illegale?". Il faccia a faccia avviene sulla A32 bloccata dai manifestanti e a dividere il ragazzo, a volto scoperto, e il carabiniere, Stefano, 25enne sardo in tenuta antisommossa, c'é solo un guardarail. "Dovresti avere un numero di riconoscimento - dice il manifestante - io così non so chi sei e tu sai chi sono io. E' vero pecorelle?". Gli insulti proseguono, senza che il carabiniere e gli altri militari che gli sono intorno rispondano. "Sei forte - dice ancora il mascalzone - ma sai anche sparare? Vorrei vederti sparare, mi piacerebbe. Comunque sei una bella pecorella. Sei carino, dai anche i bacini alla tua ragazza con quella mascherina? Così non gli attacchi le malattie. Bravo bravo". L'"attivista" no Tav continua: "Comunque, per quello che guadagni, non vale la pena stare qui. Vi siete divertiti? Quindi fra sei ore ci vediamo qua...il cantiere dovrebbe durare vent'anni e ci vai in pensione vestito così come uno stronzo. Noi ci divertiamo un sacco a guardare questi stronzi". E conclude: "Tu non ti puoi camuffare lo sai, dovresti farti riconoscere...Parla invece di fare gesti. Che sei, sordomuto?". All'encomio ricevuto dai vertici dell'arma e dal governo per la saldezza di nervi dimostrata, il carabinieri ha risposto ringraziando e dicendo: "Ho fatto solo il mio dovere".

martedì 28 febbraio 2012

Altro che eroe, è solo un cretinetti *



* tratto da Il Giornale, di Alessandro Sallusti.

I no Tav hanno un nuovo eroe, Luca Abbà. Adesso si trova in coma, dopo essere caduto da un traliccio dell'alta tensione in val Susa. Si era arrampicato per protesta ed è rimasto folgorato.

Morale: fratture e ustioni in tutto il corpo più un coro di solidarietà dei novelli rivoluzionari al quale onestamente non ci sentiamo di aderire. Uno che sale su un traliccio non è un eroe, è uno che mette in pratica cose cretine ed illegali. Se l'è cercata e l'ha trovata, nel caso c'è pure l'aggravante dell'età, 37 anni, che rende il tutto oltre che tragico pure patetico. Abbà è vittima di se stesso ma non l'unico responsabile della sua autodistruzione. C'è il lungo elenco di cattivi maestri che soffia sul fuoco della protesta, intellettuali, ex comici, politici con e senza orecchino che giocano con le parole e, senza nulla rischiare, ora pure con la vita degli altri. E poi ci sono i suoi compagni scellerati, che non gli hanno impedito di salire e che ora da vigliacchi accusano la polizia di avercelo issato. Già, perché come noto, i poliziotti di solito obbligano i manifestanti a scalare i tralicci e a mettere poi le mani sui fili dell'alta tensione.

Ma non contenti di aver prodotto un piccolo Feltrinelli ( l'editore filo terrorista che voleva mettere una bomba su un traliccio ma che saltò in aria con esso), il popolo dei no Tav, infiltrato da no global e forse terroristi (lo sostiene una relazione del ministero degli Interni) sta cercando di esportare la rivolta fuori dalla val di Susa. Da Bologna a Roma, via Milano, ieri è stato tutto un bloccare stazioni, autostrade, lanciare fumogeni e petardoni. Spaventare, intimidire, questa è la loro tattica. Cercano l'incidente, e se non arriva per la capacità e la pazienza dei nostri poliziotti sono pure disposti ad autoprodurlo pur di innescare la scintilla della rivolta.

Pochi giorni fa i nostri eroi della val di Susa hanno preso a sassate l'ambulanza arrivata per soccorrere un poliziotto ferito. Ieri, gli stessi, hanno invocato soccorsi rapidi per il loro amico sofferente a terra. Ma di che razza di uomini stiamo parlando? Possibile che un consistente schieramento della sinistra dia loro ancora copertura e comprensione? Auguriamo a Luca Abbà di riprendersi, ma sul resto non bisogna mollare di un centimetro.

domenica 5 febbraio 2012

Siria, gli interessi di Cina e Russia con la famiglia Assad. Le motivazioni del veto


Roma -- Sabato 4 febbraio Cina e Russia hanno posto il veto sull'ultima proposta di risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'ONU che prevedeva il cessate il fuoco da parte delle forze vicine al presidente siriano Bashar al-Assad.

Dopo il 'niet' di ottobre, quella di ieri è stata la seconda bocciatura consecutiva da parte delle due nazioni componenti permanenti del Consiglio (che hanno dunque diritto di 'veto' su alcune mozioni ndr).

Gli analisti dicono che sia Pechino che Mosca hanno ottime ragioni per mantenere buoni e saldi i rapporti con Assad. La Russia è il primo fornitore di armi della Siria che, a sua volta, è il terzo più grande importatore dalla Cina.

La scorsa settimana l'inviato cinese all'ONU spiegò come fosse necessario porre un freno sulle uccisioni in Siria e come, al contempo, la Cina fosse fermamente contraria a forzare un cambio di regime. Tutto questo a dimostrazione dell'amicizia e cooperazione ultradecennale che unisce i due Stati.

Anche la Russia ha forti interessi economici in Siria. L'ammontare totale dei contratti stipulati tra Damasco e il Ministero della difesa di Mosca supera i 4 miliardi di dollari; la stessa marina russa è per così dire ospitata al porto siriano di Tartus, l'unico approdo diretto di Mosca al Mediterraneo.

Il precedente a ottobre. Cina e Russia opposero veto già ad ottobre dello scorso anno in Consiglio quando i morti della guerra intestina in Siria erano già a quota 6mila. Oggi le violenze hanno provocato oltre 7300 vittime.

(fonte Cnn)

Massacro in Siria, Russia e Cina pongono il veto all'ONU per la seconda volta. Più di 300 morti nelle ultime 48 ore


Roma -- Il veto posto da Russia e Cina (è la seconda volta, la prima in ottobre) alla risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'ONU - che chiedeva le dimissioni del presidente siriano Bashar Al-Assad in seguito all'ultimo massacro ad Homs - ha provocato una fuoriosa reazione da parte degli altri Stati membri dell'Unione.

Tutti gli altri 13 componenti del Consiglio di sicurezza (gli altri 3 Stati permanenti - Usa, Francia e Gran Bretagna - più Colombia, Germania, India, Portogallo, Sud Africa, Azerbaijan, Guatemala, Marocco, Pakistan e Togo) avevano votato in favore della risoluzione che avrebbe riportato la pace nel paese arabo e la fine delle violenze.

Ufficialmente Cina e Russia hanno bloccato la risoluzione (in Consiglio, un unico veto da parte di un paese membro permanente fa decadere la maggioranza richiesta, ndr) perchè la stessa avrebbe significato una potenziale violazione alla sovranità nazionale del Governo siriano.

L'agenzia stampa cinese Xinhua ha spiegato oggi che il veto di Mosca e Pechino è stato posto per evitare maggiori "scontri e vittime" nelle guerriglie civili in atto in Siria.

Ieri, invece, l'inviato russo all'Onu ha riferito che la proposta di risoluzione del Consiglio contro la Siria era "sbilanciata" e non rifletteva "la reale situazione delle parti nel paese siriano", accusando inoltre i paesi occidentali di puntare solamente al cambio di regime in Siria.

Condanne. Dura la condanna del segretario degli esteri inglese William Hague: "Più di 2000 persone sono morte da quando Russia e Cina hanno votato contro alla risoluzione in ottobre. Mi chiedo, quante vittime ci saranno prima che Russia e Cina permetteranno al Consiglio di agire?".

Sulla stessa linea anche gli Usa con il presidente Barack Obama e la Clinton. Anche il presidente francese Sarkozy e il Ministro degli Esteri italiano Giulio Terzi hanno condannato il veto di Russia e Cina spiegando che questa presa di posizione altro non fa che incoraggiare il regime siriano.

Si ricordi che l'ultima risoluzione, promossa dal Marocco, non conteneva sanzioni nè economiche nè militari contro il regime siriano.

Intanto dalla Tunisia arriva l'invito a tutti gli Stati dell'ONU a tagliare ogni forma di relazione diplomatica con la Siria.

venerdì 6 gennaio 2012

Sud Sudan, riprende lo scontro tra le minoranze indigenti del nuovo paese africano in una terra abbandonata a se stessa


Roma -- Le lotte intestine tra le tribù di pastori nomadi che vivono nell'area del Nilo, tra gli stati del Sudan, Sud Sudan e Etiopia, stanno mettendo in serio pericolo la stabilità della neonata nazione centrafricana del Sud Sudan (luglio 2011), sottolineando ancora una volta l'assenza di controllo del nuovo Governo in determinate aree del paese.

I rapporti delle ONG internazionali dicono che i conflitti (da gennaio 2011) tra le popolazioni dei Nuer e dei Murle avrebbero provocato già 3000 vittime e quasi centomila sfollati.

NUER E MURLE, CHI SONO. Le minoranze etniche dei Murle e Nuer risiedono nella contea di Pibor, nello stato di Jonglei in Sud Sudan, così come buona parte di essi si trova nella vicina Etiopia. I conflitti interni sono esplosi in tutta la loro veemenza in agosto 2011, solo poche settimane dopo la nascita ufficiale del nuovo stato sudsudanese.

Gli attacchi e le scorribande nei territori delle due tribù a prima vista possono sembrare dei 'semplici raid' per l'accaparramento delle mucche, unico strumento e ricchezza principale di ogni famiglia Nuer e Murle. In realtà qui si muore per l'estremo grado di indigenza e povertà, per la scarsità di risorse e a causa di decenni di conflitti che hanno di fatto aumentato la marginalizzazione delle minoranze nel paese.

Di più, i conflitti tra i Lou Nuer e i Murle oggi prendono la forma di continue e violenti rappresaglie di vendetta, sottolineando la necessità da parte del Governo Sud Sudanese (a maggioranza della tribù Dinka, altra etnia nilotica in conflitto con Nuer e Murle) di prendere misure urgenti per proteggere i civili innocenti.

Oggi. Intanto i conflitti di questa prima settimana del 2012 hanno portato allo sfollamento di oltre 60mila persone. Il CdM del Sud Sudan, attraverso il suo presidente Salva Kiir Mayardit (Dinka), ha dichiarato lo stato di emergenza umanitaria nel Jonglei e ha esortato l'Onu per l'invio di assistenza.